Buona sera readers!! In questo post trovate tutte le info su un romanzo Made In Italy uscito ieri 14 Febbraio 2017!! Leggiamo insieme di cosa tratta!
Autore: Simona Fruzzetti
Titolo libro: Come hai detto che ti chiami?
Genere: chick lit (commedia romantica/ironica)
Pubblicazione: self publishing - Amazon
Data di uscita: 14 febbraio 2017
Prezzo:
eBook € 3.89 – Cartaceo € 13.00
Link per l’acquisto:
https://www.amazon.it/Come-hai-detto-che-chiami-ebook/dp/B06X91CQ7K/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1487171908&sr=1-1
Blog dell’autrice: https://acasadisimo.blogspot.it/
Trama: Giulia fin da piccola ha dovuto fare i conti con
qualcosa di scomodo: il suo nome che non è semplicemente Giulia, ma
Giulia Agrippina Augusta. Appassionata conoscitrice del significato dei
nomi, figlia di un insegnante di storia e di una istruttrice di pilates
vegetariana fissata con la forma fisica, vive in un appartamento della
nonna insieme al fratello gemello. La comparsa di Erika, nuova fidanzata
del fratello, e l'arrivo di Valerio, il nuovo coinquilino,
scombineranno le carte e l'equilibrio già precario della sua vita. Tra
scontri per lo spazio della casa, gelosie, tradimenti e prese di
coscienza, Giulia riuscirà nella difficile impresa di collocare al posto
giusto tutti i pezzetti dell'intricato puzzle famigliare e a ricredersi
sull'idea dell'amore. Situazioni comiche, scene grottesche e personaggi
bizzarri fanno da cornice a una commedia romantica, ironica e frizzante
dove la famiglia ne esce protagonista in ogni sua sfaccettatura.
Sull'autrice: Simona Fruzzetti vive in provincia di Pisa dove, oltre alla
scrittura, si dedica al suo blog acasadisimo.blogspot.it. Ha vinto
numerosi premi letterari e ha curato una rubrica di salute e benessere
su un portale tutto al femminile. Dopo aver esordito in self publishing
con “Il male minore” (2013) e “Chiudi gli occhi” (2014), è approdata
alla casa editrice Piemme per la quale ha pubblicato nel 2015 “Mi piaci,
ti sposo” e “Parigi mon amour” per la collana digitale In love. “Come
hai detto che ti chiami?” è il suo quinto romanz.
Grazie all'autrice vi lasciamo un piccolo estratto!
Ciao, sono Giulia e sono sobria da un mese.
Ora voi tutti in coro dovreste dire «Ciao Giuliaaaaa» e mostrare un misto di ammirazione e compassione per il mio risultato.
In
realtà sono quasi astemia, ma avrei almeno dieci motivi per trovare in
una bottiglia di whisky tutto il conforto di cui ho bisogno.
Il
primissimo motivo mi accompagna dalla nascita o meglio da quando ho
avuto la facoltà di intendere e di volere, di capire che il mio nome in
realtà non è solo Giulia ma... rullo di tamburi...
Giulia Agrippina Augusta.
Un minuto di raccoglimento, prego.
Agrippina
Augusta. Nomi aggiunti che ometto sempre, ovviamente. Voglio dire,
quale genitore sano di mente metterebbe un nome simile alla propria
figlia? Nessuno, tranne mio padre che di mestiere fa l'insegnante di
italiano e storia al liceo Pasteur di Roma. Sia chiaro, non lo sto
giustificando,
non potrei, visto che non si è limitato a dare alla sottoscritta un
nome di cui vergognarsi a vita, ma ha segnato anche quello di mio
fratello gemello chiamandolo Marco Aurelio.
Se mia madre non si
fosse impuntata in tutta la sua vita mammesca a chiamarci semplicemente
Giulia e Marco, a quest'ora non starei scrivendo la mia storia, ma sarei
davvero davanti a un gruppo di persone racchiuse in cerchio davanti a
me, a incolpare mio padre di avermi rovinato l'infanzia.
Ho
trent'anni e ancora non mi sono arresa. Mi sono pure informata in Comune
per cambiare una volta per tutte il mio nome, ma pare ci voglia una
motivazione valida e Giulia Agrippina Augusta Randazzo evidentemente non
lo è. Senza contare che mio padre mi avrebbe prima diseredato e poi
ucciso il gatto.
Per mio fratello è diverso, lui non la vive
male. Anche perché Marco Aurelio, detto con una certa intonazione, è
anche molto figo. Peccato che addosso a lui stia bene come starebbe bene
un rutto del Presidente della Repubblica in mondo visione.
E
comunque tutto questo preambolo per dirvi che il nome è importante e può
modificare la sorte di chi lo porta, creare scompiglio, cambiare le
carte in tavola o far svoltare una serata. Credete che stia
farneticando? Tzè, pivelli. Non sarei qui a raccontarvi la mia storia,
se no.
E sono sicura che una volta finito di leggere tutto questo
presterete molta più attenzione a una risposta. La risposta che vi
daranno quando domanderete:
«Come hai detto che ti chiami?»
2 commenti:
Ciao:)
sembra molto carino e divertente ^^
Ciao!! Hai ragione :)
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