mercoledì 14 febbraio 2018

Segnalazione: "Undressed" di Moloko Blaze

Pubblicato da AlessiaM alle 12:55:00
Ben trovati! Vi segnaliamo la novella erotic-romance intitolata "Undressed" di Moloko Blaze, un'atipica storia di amore, arte e seduzione ambientata nei bassifondi della peccaminosa New Orleans.
 
Titolo: Undressed
Genere: Erotic Romance
Prezzo: ebook 1,50; cartaceo 7,60
Autrice: Moloko Blaze
Link d’acquisto ebook: https://www.amazon.it/Undressed-Moloko-Blaze-ebook/dp/B079R624K3
Link d’acquisto cartaceo: https://www.amazon.it/dp/1980253102
N. Pagine: 103 

Trama:
«Entra, forza. Sei in ritardo di almeno dieci minuti.» Parole implacabili per un tono implacabile. «Ho cacciato via la modella precedente per i suoi ritardi e la sua maleducazione. Non farmi pentire già dal primo giorno.»
Mi guardai intorno, in cerca di uno spogliatoio. Non ne trovai. Ciò che mi balzò agli occhi però era la serie di quadri di persone nude, uomini e donne, in pose trasgressive, nei toni di colore che sembravano ispirarsi alla pop art. Le ragazze, senza nulla addosso, erano umiliate e sottomesse nelle posizioni più perverse che avessi mai visto. Io avrei dovuto fare… questo?
E poi lo sentii, secco come una frustata sulla schiena, l'ordine a cui, da oggi in avanti, avrei obbedito ogni singolo giorno, per molto, moltissimo tempo.
«Sali su quella pedana e togliti i vestiti.»
Il mio nome è Charlotte e sono nei guai.
Non credevo che a diciannove anni sarei arrivata a questo, lontana da casa, indebitata e senza alcuna speranza di pagare l’affitto. Posare senza veli di fronte a due misteriosi artisti per racimolare un po' di soldi mi era sembrata una soluzione rapida, un lavoretto semplice.
Invece mi ritrovo rinchiusa dentro questo appartamento decadente da settimane, con il mio cuore che appartiene a uno di loro e il mio corpo in balia di entrambi: James La Salle e Robin Delacroix, i miei padroni, i miei demoni, i miei angeli, i carcerieri della mia anima. Eppure, non mi sono mai sentita così libera prima d’ora.
Nei bassifondi della peccaminosa New Orleans, un'atipica storia di amore, arte e perversione.
“Undressed” è la prima di una serie di avventure che avranno come protagonisti la giovanissima e irriverente Charlotte, il suo capo e padrone James La Salle, il loro sensuale amante dalla pelle scura Robin Delacroix. 

ATTENZIONE La novella contiene scene di sesso esplicite. Se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole. 

ESTRATTI

 
James mi osservò con orgoglio, un sorriso sinistro affiorò sulle sue labbra. «Avevi ragione, Robin, la ragazzina impara in fretta.»
Entrambi si alzarono, ergendosi sopra il mio corpo inanimato sul tappeto. Mi osservavano dall’alto come se fossi una strana creatura e stessero cercando di interpretare la mia espressione. Ero spaventata, certo, ma mi sentivo bene. Li desideravo, come non avevo desiderato niente nella mia vita.
Appartenevano a me, erano miei.
Li osservavo mentre, con una lentezza estenuante, si toglievano i vestiti, uno strato dopo l’altro. Fino a che non rimase nulla, solo le tonalità desertiche della pelle di James e quelle notturne della pelle di Robin. La Salle si sedette nuovamente sulla poltrona, un regista silenzioso che muoveva i suoi attori come se fossero estensioni di sé. Mi sbagliavo: noi appartenevamo solo a lui e a nessun altro. Era lui il nostro unico padrone, colui che ci plasmava a proprio piacimento.
Robin guardò me e poi James, prima di gattonare lentamente, una pantera che si muoveva sinuosa verso il nostro signore seduto sul suo trono. Senza staccare i suoi occhi da me, La Salle gli porse una mano, che lui baciò con delicatezza e amore, prima di raggiungere la sua prominente erezione e cominciare leccare il suo membro con estrema dovizia, dai testicoli al prepuzio già esposto. Mi bagnai all’istante di fronte a quello spettacolo peccaminoso. Ero stregata da quel fallo eretto che scompariva nella bocca sensuale del giovane creolo.
Il fascino emanato da quei due corpi nudi così perfettamente incastrati mi fece girare la testa. Avvertii un nodo allo stomaco quando mi resi conto che volevo far parte di quel groviglio di corpi, di mani, di gambe, di sospiri. 

*****
 

«Fammi vedere la tua carta d’identità.»
Spalancai gli occhi, incredula. «Le ho già detto che sono maggiorenne!» sbottai.
«A me sembri solo un ragazzino in technicolor che puzza ancora di latte. Mostrami un documento.»
Sollevò la mano col palmo all’insù, in attesa.
Roteai gli occhi al cielo, feci quanto mi stava chiedendo: tirai fuori dallo zaino il portafoglio e gli sbattei in faccia la mia carta di identità, ignorando la sua mano.
Appurato il fatto che il “ragazzino in technicolor” avesse detto la verità, si fece da parte per farmi entrare nel suo studio. Feci un passo avanti, ma mi bloccai poco oltre la soglia.
«Entra, forza. Sei in ritardo di almeno dieci minuti.» Parole implacabili per un tono implacabile. «Ho cacciato via la modella precedente per i suoi ritardi e la sua maleducazione. Non farmi pentire già dal primo giorno.»
Mi guardai intorno, in cerca di uno spogliatoio. Non ne trovai. Ciò che mi balzò agli occhi però era la serie di quadri di persone nude, uomini e donne, in pose trasgressive, nei toni di colore che sembravano ispirarsi alla pop art. Nulla a che vedere con l’arte di Velázquez, Goya, Tiziano, Ingres, Botticelli. Qui non c’era rispetto per alcuna regola formale, tecniche pittoriche si mischiavano con il collage, con il frottage, con la fotografia, con l’action painting, con i supporti e i materiali più eterogenei, fino ad arrivare alla sperimentazione pura. Nulla di nuovo in fondo, ero una studentessa di arte e ne avevo viste di cotte e di crude. Ma ciò che mi sconvolse erano i soggetti. Le ragazze, senza nulla addosso, erano umiliate e sottomesse nelle posizioni più perverse che avessi mai visto. Io avrei dovuto fare… questo?
E poi lo sentii, secco come una frustata sulla schiena, l'ordine a cui, da oggi in avanti, avrei obbedito ogni singolo giorno, per molto, moltissimo tempo.
«Sali su quella pedana e togliti i vestiti.» 

*****
 


Appena James mi raggiunse, si inginocchiò di fronte a me e le sue mani artigliarono le mie ginocchia. Rimase fermo per qualche secondo.
«Devi tenerle più aperte, non ti rilassare.»
Divaricò ancora le mie gambe, facendomi apparire selvaggiamente impudica, candidamente perversa. Tremai e lui se ne accorse.
«Ti dà così fastidio se ti tocco?»
Deglutii, fino a trovare il coraggio di annuire.
«Non ho sentito.»
«Sì.»
«Non ti vergogni a farti guardare da due uomini ma non ti piace se ti tocco?»
Mi fa un sorriso, anche se l’espressione del suo volto è tesa.
«Non ho detto che non mi piace, solo che mi stai mettendo in imbarazzo.»
I suoi occhi si addolcirono, all’improvviso.
«Avevi ragione, Robin» tirò in ballo il suo amico, gridando oltre la spalla. «A proposito di ciò di cui parlavamo ieri notte.»
Robin, il mio amico, il mio alleato, colui che tra i due rappresentava la dolcezza e la tenerezza, caratteristiche che mancavano del tutto a La Salle, mi lanciò uno sguardo preoccupato, per poi tornare a dipingere.
James raccolse di nuovo la lattina di birra, ne bevve un goccio e poi l’avvicinò a me. Pensai che volesse offrirmela come facevano sempre durante le nostre sessioni, invece sfiorò i miei capezzoli con il metallo gelido. Fu un tocco leggero, lento, delicato, prima sul destro e poi sul sinistro, facendoli diventare duri come chiodi. Avvertii la presa allo stomaco che si riversava in vampate di eccitazione e confluì tra le mie gambe.

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