Buona sera readers! Oggi vi parliamo di un'opera pubblicata dalle Casa Editrice Flower-ed, si tratta di "E come un sogno la vita vola. Lettere 1835-1848" di Patrick Branwell Brontë, il fratello sfortunato di Charlotte, Emily e Anne.
Titolo: E come un sogno la vita vola. Lettere 1835-1848
Prezzo: 7,99€
Collana: Windy Moors
Volume: 9
Traduzione e cura di Alessandranna D’Auria
Formati: EPUB + MOBI
ISBN: 978-88-97815-98-3
Anno: 2017
Trama: Dal 1835 al 1848 un vivace ragazzo della brughiera divenne suo malgrado un uomo afflitto dal dolore. Abbandonata
ogni speranza di costruirsi una carriera da pittore, continuando a
scrivere poesie che ebbero poca fortuna e deluso da un amore
impossibile, giorno dopo giorno si raccontò nelle poesie, negli infiniti racconti, nelle lettere indirizzate agli amici più cari, confessandosi inconsapevolmente al mondo. Caricato del gravoso peso di realizzare le ambiziose aspettative di famiglia, Patrick Branwell Brontë era il fratello fragile e sfortunato di Charlotte, Emily e Anne. Nell’anno
del bicentenario che ne commemora la nascita, le sue lettere vengono
consegnate per la prima volta in forma completa al pubblico italiano,
per conoscere chi fu tradito dai propri sogni, prima ancora che da se
stesso.
Recensione: Patrick
Branwell Brontë è stato a lungo meno apprezzato rispetto alle sue sorelle: Emily,
Anne e Charlotte. E' proprio dalla biografia di quest’ultima (scritta
da Elizabeth Gaskell) che sono desunte le citazioni che introducono le quarantatré
lettere scritte da Patrick: uomo di cultura classica, gentiluomo e amante del
sapere. Ha lottato per tutta la sua vita per ottenere il riconoscimento da lui
meritato e per uscire dall’ombra della fama che ruotava intorno alle tre
sorelle.
“Ho l’aspirazione,
signore, di farmi posto nel mondo, e per questo non confido solo nella poesia,
quella deve spingere il vascello ma non farlo veleggiare per sempre. Spero di
farmi conoscere per degli scritti solidi, anche scientifici, e per una linea di
condotta forte e ferma, ciò darebbe al mondo un’ulteriore ragione di
attenzione; allora la poesia coronerebbe di splendore un nome glorioso.”
La vita
di questi fratelli, soprattutto dopo la morte della madre, non è stata facile,
e l’incuranza del padre insieme ad una serie di sfortunati eventi si sono abbattuti
sulle loro vite. Nelle lettere di Patrick Brontë è percepibile la solitudine e la sofferenza che
ha portato dentro di sé per tutta la sua esistenza, il peso di una vita a lui
sempre avversa e del destino delle sue sorelle che gravava su di lui.
“ Ora,
signore,
quando
vi scrissi la prima volta, avevo intenzione di capire chi fossi e cosa fossi in
grado di fare. Vi ho parlato di quel che ho scritto e che nessuno ha letto –
siccome vi sapevo un uomo che questo mondo ha raramente osservato e, quindi, vi
chiesi di giudicare se ero o no una persona immeritevole spedendovi un esempio
da valutare, vi offrii i miei servigi in cambio del vostro giudizio.”
Erano
molte le aspettative che tutti riponevano in lui, sperando che egli potesse
occuparsi del mantenimento delle sorelle e della loro cura, ma le azioni che
compiamo non sempre sono quelle che ci aspettiamo e spesso il destino non va
come noi vogliamo. Nonostante tutte le difficoltà e i momenti in cui toccava il
fondo, l’amore per la scrittura non lo ha mai abbandonato, e questo si
percepisce in ogni lettera di quest’opera.
“Leggo per la stessa
ragione per cui mangio e bevo, perché è un desiderio naturale. Ho scritto per
lo stesso principio per cui si parla – per impulso e sentimento, non potevo
farne a meno, perché ciò scaturisce dal mio essere.”
Attraverso le sue parole assistiamo
alla crescita di Patrick, sia artistica che personale, vedendo passare la sua
narrativa attraverso le tappe della vita: dal linguaggio poco scorrevole e
sgrammaticato delle prime lettere scritte durante la giovinezza; a quello più
aulico, complesso e ricercato della maturità. Nonostante abbia vissuto poco più
di trent’anni la sua è stata un’esistenza piena, caratterizzata dalla fiduca e speranza per il suo futuro, fino ad approdare poi alla perdita
delle illusioni e alla paura per il declino della propria fama.
Nelle lettere indirizzate ai suoi due amici più stretti, Joseph Bentley Leyland e
Francis Henry Grundy, percepiamo maggiore confidenza nei toni rispetto a quelli
utilizzati nelle altre lettere e rivolti a personaggi di una certa importanza o
con cui c’era minore confidenza; questo rende la lettura sicuramente più
coinvolgente e molto più vicina a noi per quanto possibile. Non dimentichiamoci infatti che parliamo di lettere scritte circa cento ottanta anni fa, ma non per questo incomprensibili.
Bisogna pentrare nella mente del poeta, entrare in sintonia con lo spirito che lo accompaganava nella stesura delle lettere: quello combattivo, quello disulluso, quello deluso, quello speranzoso. Una molteplicità di aspetti e di stati d'animo che popolavano la sua mente e le sue giornate. Molta di più era la fama che a mio avviso gli spettava ai suoi tempi, ma c'è sempre la speranza che anche nei tempi futuri i lettori siano disposti a dare una seconda opportunità a questo autore.
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